Ha dispensato consigli a tutti in campo pratica, sempre accompagnato dal professionista Andrea Romano, non si è negato a nessuno per una foto o un autografo e poi ha affrontato le 18 buche del percorso disegnato da Arnold Palmer. Martedì 1° agosto, a Le Pavoniere è sbarcato Gary Player (nella foto il suo tee shot alla buca 10), 87 anni e una vera e propria leggenda del golf con i suoi 165 tornei in bacheca, fra i quali 9 Major vinti tutti e quattro almeno una volta anche da senior.
“Ma la mia eredità – ha detto – non sono tutte queste vittorie, bensì i 100 milioni di dollari raccolti dalla mia Fondazione per aiutare i giovani di tutto il mondo”. Il “Cavaliere Nero” ha giocato insieme al suo manager Dave King, che ha un’azienda vinicola a Badia a Passignano, e ai familiari di quest’ultimo e durante le sue 18 buche, interrotte dopo un birdie alla 9 per gustare un piatto di spaghetti al pomodoro con una bottiglietta di Coca Cola, ha voluto vedere da vicino anche alcuni dei giovani talenti delle Pavoniere come Guendalina Faggi, Leonardo Baldacci e Max Salerno, al quale ha fatto anche provare il suo ferro 6.
“Era la prima volta che giocavo qua, il campo mi è piaciuto molto ed è anche mantenuto molto bene. All’Italia serve un campione di golf per far aumentare ancora di più il turismo in questo Paese – ha proseguito l’ex campione sudafricano, che prima di Prato aveva fatto tappa a Bergamo e a Franciacorta -. La Ryder Cup farà apprezzare ancor di più le bellezze e le qualità dell’Italia, ma è indispensabile un giocatore che sia conosciuto da tutti, anche dai non golfisti. Pensate a che traino sarebbe un Tiger Woods italiano! Nell’attesa è indispensabile che aumentino i giovani praticanti e quindi i tornei giovanili per formare giocatori sempre più forti!”.
Gary Player ha insisitito molto sulla necessità di una buona forma fisica per giocare a golf. “Io ho sempre dedicato molto tempo alla ginnastica e i miei colleghi sul Tour mi prendevano per pazzo, ma quegli allenamenti costanti mi hanno aiutato a invecchiare meglio anche se sono stato fortunato perché ho goduto sempre di buona salute. A 87 anni faccio un’ora e mezzo di ginnastica 4 giorni alla settimana e gioco a golf 5 giorni. Inoltre, mangio solo due volte al giorno, non ceno mai. Troppe persone sono sovrappeso e non ci fanno caso, ma alla lunga questo è un male per la loro salute”.
Sono due i consigli fondamentali di Gary Player per i golfisti amatoriali. “Sul putt non bisogna guardare dove va la palla. Occorre concentrarci sul marchio e poi, una volta eseguito il colpo, aspettare il rumore della palla in buca. Addominali ben allenati e forti e una veloce rotazione dei fianchi sono indispensabili per migliorare il proprio gioco. E senza pancia è meglio…”. Il terzo è curare il finish dei colpi, argomento sul quale il “Cavaliere Nero” si è trovato in perfetta sintonia con Andrea Romano, head pro delle Pavoniere e coach regionale.