Riccardo Bianciardi: “Ryder Cup 2023 Year to Go, il mio birdie sotto gli occhi del capitano Luke Donald”

Riccardo Bianciardi, 31 anni di Poggibonsi tesserato per il Circolo Golf L’Abbadia, lunedì 3 ottobre ha partecipato in qualità di atleta della Nazionale paralimpica di golf alla manifestazione “Year to Go” verso la Ryder Cup 2023, con Luke Donald e Zach Johnson, rispettivamente capitani del Team Europe e del Team Usa. Al loro fianco, in un match – il “The Captains’ Challenge” – che è terminato in parità (2-2 il risultato finale), alcuni talenti azzurri e quattro golfisti paralimpici, fra i quali appunto Riccardo Bianciardi. Che in quest’articolo ci racconta l’emozione di questa giornata davvero speciale.

Il prossimo anno avremo il privilegio di ospitare l’evento di golf famoso anche per chi non è di questo sport, la Ryder Cup al Marco Simone (Roma). In merito a questo evento, il 3 ottobre 2022 si è svolta una simulazione della suddetta sullo stesso percorso, alla quale sono stati invitati i migliori under 18 maschili e femminili e 4 paralimpici. Con stupore ed emozione ho ricevuto la nomina fra i 4 giocatori paralimpici.
Leggendo la mail di convocazione mi sono reso conto che avrei avuto la possibilità di essere accanto ai capitani Luke Donald e Zach Johnson (nella foto, Riccardo Bianciardi in mezzo a Johnson, a sinistra, e Donald) e gia ero estasiato e ho iniziato subito a sognare ad occhi aperti.
La formula di gioco è stata una 4balls match play su 4 buche, di cui però una 6balls con i capitani che avrebbero giocato con i giocatori della propria squadra. Io e Gregorio Guglielminetti eravamo nel team europeo Luke e ci saremmo sfidati con Edoardo Biagi e Andrea Plachesi del team americano Zach.
Il lunedi mattina alle 7,30 gia eravamo al Marco Simone. Ci hanno consegnato la polo con il colore della squadra rappresentante (per noi era blu) e pantalone bianco. Poi ho iniziato a guardarmi un po’ intorno e già si respirava un’aria particolare. Essere lì con le giovani e talentuose leve azzurre e decorazioni Ryder ovunque era fantastico.
Sono andato a fare un po’ di pratica per sciogliere la tensione e riscaldare i motori, quando a un tratto arriva con il cart rosso Zach Johnson a fare anche lui un po’ di riscaldamento. Ho continuato con la mia pratica e ogni tanto mi soffermavo a guardarlo praticare, era a circa 10 metri da me. Non è la prima volta che mi capita di giocare affianco a dei pro, però ogni volta è come la prima volta.
Finita la mia pratica, mi sono diretto al putting green dove avremmo avuto un incontro con l’organizzatore dell evento in cui ci avrebbe spiegato come si sarebbe strutturato. E proprio mentre mi dirigevo con il cart, ecco che stava arrivando anche Luke sul cart blu per praticare e lì non ho resistito e gli ho detto “Go Luke Go europe”.
Eravamo tutti impegnati nella riunione pre evento quando ci hanno comunicato che ci sarebbero stati circa trecento bambini e giornalisti della carta stampata, di siti web e della televisione Sky e molti altri ancora e mai mi sarei aspettato tutto questo. L’ansia da prestazione iniziava a farsi sentire. Avremmo giocato la buca 1, 16, 17 e 18.
Finita la riunione ci siamo avvicinati alla tee della 1 e che prima di iniziare i match ci sono state le presentazioni, le foto e i discorsi di apertura. I bambini piano piano sono arrivati e hanno riempito tutto lo spazio dietro i cartelloni del tee della 1, alcuni con le bandierine dell’Europa e alcuni degli Usa.
Poi è arrivato il momento delle foto pre torneo, tutti noi giocatori con accanto i corrispettivi capitani, e mai ho sentito vibrazioni di quel livello. Dare la mano ai capitani, al presidente della Federgolf Franco Chimenti e ad altre persone molto importanti, non me lo sarei mai immaginato. I match sono iniziat con il tifo dei bambini ed è arrivato anche il nostro team paralimpico sul tee della 1. Prima gli americani e poi noi europei. E’ arrivato il mio momento, sento il mio nome al microfono, il cuore batteva forte. Mi sono messo sulla palla, ho fatto la mia routine e con timore di fare un brutto colpo e speranza opposta in un accettabile tiro, ho iniziato il mio swing verso la palla. Come mi immaginavo, l’emozione non mi ha fatto esprimere una bella partenza, ma il match è iniziato.
Il campo è molto insidioso e punitivo se non si sta in fairway e sui green sembra di puttare sul vetro. Comunque al termine delle prime due buche stavamo conducendo il match 2up.
Siamo arrivati alla 17, la buca in cui avremmo giocato la 6 balls con i corrispettivi capitani. Per loro un par 3 di 188 metri, mentre per noi 170metri. Un insidioso par 3 con green stretto e lungo e protetto da bunker.
Prima di iniziare, altra foto con i capitani. Luke mi ha chiesto come andava e io gli ho risposto “Eh un po nervoso” e lui mi ha incoraggiato “Dai che sei forte”. I due pro hanno messo 2 palle a circa 3 metri dalla buca, è arrivato il nostro turno. Inizialmente avevo preso in mano un ferro 5, ma poi mi son detto “Gioca easy Ric, non devi dimostrare niente” e quindi sono passato a un Hibrido 4. Ci siamo, ho preso la direzione, ho fatto la mia rountine e via, è partita la palla.
L’impatto l’ho sentito ottimo, ho finito il movimento e ho iniziato a seguire la palla. Nel frattempo sentivo Zach Johnson e Luke Donald stupiti del colpo ed incitavano la palla a scendere e a dire “beautiful” e in concomitanza gli applausi dagli spettatori. Non sono riuscito a dire una parola, solo un cenno di gratitudine.
Ci siamo avvicinati al green e siamo andati a vedere quali erano le rispettive palle. Mi ritengo una persona piuttosto umile, ma per questa volta…penso di essermi conteso il nearest to the pin con Luke, Zach era a quasi un metro dietro me. Anche Edoardo Biagi però aveva messo una palla discreta e per poco non ha infilato il birdie.
Il match era 2 up e non era ancora fatta. Zach ha imbucato perfettamente il putt per il birdie, mentre Luke ha sfiorato la buca. Toccava a me, putt per il birdie con la possibilità di chiudere il match, ho studiato le pendenze, ho allineato la palla, poi mi sono posizionato e ho sentito di essere addressato troppo a sinistra, quindi mi sono spostato millimetricamente a destra. Ho fatto una prova per calibrare la forza, mi sono posizionato sulla palla: nessun rumore, solo il suono della natura, mi tremavano le gambe. Ho toccato la palla ed è andata in buca! Ho segnato cosi il birdie, pareggiando con il grande Zach Johnson e chiudendo il match 2 up. Gli applausi, le congratulazioni da tutti, ho ancora i brividi mentre scrivo queste righe. Sono andato a stringere la mano al mio capitano Luke che mi ha fatto i complimenti dandomi una pacca sulla spalla e una stretta di mano. Successivamente anche lo stesso Zach e i miei compagni paralimpici si sono congratulati con me per ciò che ero riuscito a fare.
Siamo così arrivati alla 18 ed ennesima soddisfazione, da 30 metri un approccio al green con molta gente ad assistere. Ho messo la palla a pochi centimetri dalla buca con applausi sullo sfondo. La Ryder Cup 2023 Year to Go è terminata con una bellissima premiazione sul green della 18 con la consegna a ogni giocatore di una medaglia con su incisa Ryder cup. Non mi sono fatto sfuggire l’opportunita di fare foto e autografi dei capitani.
E’ stata una giornata all’insegna della passione per questo sport, dell’inclusione e del fairplay. Conserverò un bellissimo ricordo per aver avuto la possibilità di vivere tali momenti in un contesto che mai mi sarei immaginato di vivere. Sei anni fa, quando ho ripreso a giocare dopo uno stop di 5 anni, mai avrei pensato di riuscire a vivere tali momenti, soprattutto a circa 10 mesi dall’intervento di trapianto del rene.
Ci tengo a ringraziare la Federazione italiana golf e il settore paralimpico per l’opportunita datami e i miei familiari, golfisti e persone a me care che mi supportano ogni giorno.

I team schierati con Riccardo Bianciardi accanto al capitano Luke Donald
Riccardo Bianciardi prima di un tee shot al Marco Simone
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