Massimiliano Schneck racconta: “Il mio Open d’Italia da arbitro”

La 79a edizione dell’Open d’Italia, vinta dallo scozzese MacIntyre allo spareggio sull’inglese Fitzpatrick, è stata l’occasione per molti appassionati, giovani e meno giovani, di conoscere il percorso del Marco Simone che ospiterà la Ryder Cup del prossimo anno e soprattutto di ammirare e applaudire alcuni dei più forti giocatori del mondo, con la grande attrazione rappresentata da Rory McIlroy, e i migliori golfisti italiani. Sono stati moltissimi i volontari toscani che hanno prestato il proprio tempo all’organizzazione dell’evento e alla sua perfetta riuscita e qualcuno ha avuto anche la fortuna di seguire da vicino i campioni preferiti. C’è poi chi ha lavorato come Vanni Rastrelli, super intendent dell’Ugolino, e Stefano Boni, oggi direttore ad Albarella dopo un lungo periodo di super intendent al Golf Club Tirrenia, arruolati nella squadra dei green keeper, e Massimiliano Schneck, general manager del Comitato regionale toscano Fig impegnato nel delicato ruolo di giudice arbitro internazionale. “Nella mia carriera ho arbitrato tre Open d’italia e dopo la mia ultima presenza, nel 2006 quando a Milano vinse Francesco Molinari, sono stato chiamato a a far parte dello staff di arbitri dell’Open al Marco Simone”.

Come sono stati questi 4 giorni romani?
“E’ stata una bellissima esperienza che mi ha gratificato molto. Sono stati sicuramente giorni impegnativi, visto il temporale del primo giorno che ha fatto slittare la chiusura dei due primi giri e il taglio al sabato. Ho avuto modo di vedere da vicino stelle del golf mondiale come Rory McIlroy e il futuro capitano europeo di Ryder Cup Luke Donald”.

Qual è stato il suo lavoro?
“A ogni arbitro vengono assegnate delle zone e io ho avuto la fortuna di seguire il gioco da una prospettiva esclusiva. Mi sono anche trovato alla buca 1 dell’ultimo giro, quando Rory ha fatto un doppio bogey che gli ha sicuramente compromesso la vittoria. Sono stato abbastanza impegnato con i “ruling” specialmente per i droppaggi delle ostruzioni come le torrette della tv, i leaderboard e le telecamere fisse, che si trovavano intorno ai green e interferivano sulla linea di gioco”.

Ci racconti l’episodio più curioso.
“La situazione più strana è successa proprio a Luke Donald alla buca 13 dell’ultimo giorno. Dopo aver tirato la palla verso un albero a lato green, gli spettatori si sono accorti che la palla era rimasta sopra. Si vedeva una pallina ma non era possibile identificarla a occhio nudo. Il giocatore ha chiesto aiuto a un fotografo che con un grandangolare ha ingigantito la palla e Luke ha potuto identificarla come propria e dropparla per palla ingiocabile nel terreno subito sotto l’albero”.

Massimiliano Schneck con Gabriel Batistuta e Giancarlo Antognoni, che hanno partecipato alla Pro-Am di mercoledì 14 settembre al Marco Simone
Articolo precedenteAll’Ugolino festeggiati i 50 anni di Mon Art. E i giovani dominano nel Pool Trophy
Prossimo articoloIl golf buona pratica contro l’Alzheimer, al Cosmopolitan la prima esperienza in Italia