A quasi 46 anni (li compirà il 18 gennaio), Massimo Cozzi ha vinto la prima edizione del concorso “Vota il golfista toscano del 2020”, organizzato da Toscana.golf. “E’ una grande soddisfazione – spiega il giocatore di Grosseto, tesserato per l’Argentario e di professione agente Wurth – che vorrei dedicare a due persone purtroppo scomparse: il professor Luca Lazzeroni, che mi accolse a Punta Ala, ed Emanuele Cavalsani, con il quale ho vissuto tanti bei momenti di golf sempre a Punta Ala: per lui ero quasi come un figlio adottivo. Voglio inoltre condividere la gioia per questo successo con Paolo Di Salvatore, il mio maestro all’Argentario grazie al quale sto cercando di togliere i difetti che mi porto dietro dal baseball. Abbiamo lavorato sul cambio di grip perché tenevo le mani staccate e ho già guadagnato un ferro come distanza. Ora stiamo lavorando sull’angolo di attacco del driver, voglio migliorare ancora il mio gioco”.
Nel 2020 hai vinto il Memorial Luca Lazzeroni e in doppio il campionato toscano, la Coppa Punta Ala, la Coppa Argentario e molte altre gare a coppie insieme a Emanuele Senigagliesi. Con il nuovo handicap sei sceso addirittura a -2,1. Non ti basta?
“E’ stata una bella sorpresa scendere ulteriormente alla fine di un anno nel quale ho vinto veramente tanto. Ma qualcosa per strada mi è rimasto…Penso alla Coppa Le Mortelle di Punta Ala, a coppie, e al campionato toscano all’Ugolino, una gara che non sono mai riuscito a vincere”.
Hai vinto il concorso ottenendo ben 94 voti. Ti senti un modello?
“Sono felice di aver ricevuto così tanti voti, molte persone hanno apprezzato la mia dedizione al golf e la voglia di migliorarmi anche se riconosco di avere un caratteraccio. Posso rimanere antipatico perché voglio sempre vincere. Non sono un talento, faccio tanti sacrifici per mantenermi a questi livelli e ogni tanto esce fuori il lato peggiore del mio carattere maremmano…”.
Quando hai cominciato a giocare a golf?
“Nell’estate del 2006, dopo aver giocato a baseball arrivando fino alle nazionali giovanili e per molto tempo a calcio: iniziai come ala per diventare poi un difensore centrale. Ho cominciato il golf a Maremmello, un campo di Grosseto, e al Pelagone poi nel marzo 2007 ho preso l’handicap. Mi sono appassionato a Punta Ala, nel 2010 ho conosciuto Fiorenzo Stazzoni e suo figlio Guido e insieme a Lorenzo Damiani abbiamo conquistato il titolo toscano a squadre nel 2014. A partire dal 2016 ho cominciato a fare tornei con Emanuele Senigagliesi a giro per l’Italia”.
C’è un giocatore al quale ti ispiri?
“Fra i professionisti ammiro Francesco Molinari e molti dicono che gli assomiglio come tipo di gioco. Fra i dilettanti ho imparato tanto dal mio amico Emanuele Senigagliesi, ma il mio modello è Marcello Grabau: mi ha insegnato a curare tutti i particolari, sia in campo che fuori”.
Hai già chiari gli obiettivi per il 2021?
“Il campionato italiano Mid-Amateur a Monticello è l’appuntamento più importante, insieme al campionato italiano Foursome. E sempre per le gare a coppie, con Emanuele, vorremmo vincere il grande Slam a Punta Ala: Coppa Le Mortelle, Coppa del Consiglio e Coppa Punta Ala”.
Cosa diresti per convincere qualcuno a giocare a golf?
“Vale la pena provare l’emozione che si prova quando si sente il rumore del colpo e la palla che schizza in alto e poi si ferma vicino alla buca. Per me il golf è diventato la passione di una vita intera: gioie, dolori e a volte frustrazione ma anche motivo di orgoglio. Come una bella storia d’amore!”.