Fineco Cup, a Punta Ala vince Melani. Hole in one di Faralli

Quasi cento golfisti hanno partecipato alla Fineco Cup, organizzata con cura e grande generosità da Nicola Badalassi, private banker Fineco fiorentino e appassionato golfista che ha messo in palio sacche Callaway e portascarpe. A impreziosire la gara di Punta Ala è arrivata anche la hole in one di Gino Faralli, la prima nella sua vita golfistica come ha raccontato lui stesso durante la premiazione e anche l’unica (per ora) nel 2020 golfistico del circolo maremmano. Niccolò Melani del Circolo Golf Ugolino Firenze (nella foto sopra con Nicola Badalassi e il presidente del Golf Club Punta Ala Fernando Damiani) ha dominato la classifica del lordo e con 32 punti (76 colpi totali) ha fatto registrare il miglior risultato assoluto.

Giovanni Mariotta, vincitore in prima categoria

Nel netto di prima categoria ha vinto un debuttante sul campo di Punta Ala: Giovanni Mariotta, medico chirurgo romano in vacanza con famiglia e amici al Pelagone di Gavorrano e tesserato per Castelgandolfo, al suo “battesimo” ha subito domato il difficile percorso disegnato da Giulio Cavalsani e con 39 punti ha preceduto Guido Polito (38, Punta Ala). In seconda categoria il duello fra giocatori dell’Ugolino arrivati a pari punti (38) ha visto prevalere Francesco Baroncelli su Matteo Grassellini, che continua nei suoi costanti progressi ma in questo caso penalizzato dal peggior score nelle buche finali. In terza, infine, Andrea Rusconi Clerici (Monticello) con 38 punti ha staccato Pierfrancesco Alessi (35, Padova). Ersilia Randi (36, Olgiata) e Gino Faralli (37, Casentino) sono stati la prima lady e il primo senior.

Nicola Badalassi premia Stefano Palmieri, golfista non vedente

Nicola Badalassi ha voluto premiare anche un golfista speciale: Stefano Palmieri, l’atleta non vedente di Follonica che oltre a vincere gare internazionali paralimpiche partecipa sempre più spesso a tornei con i normodotati, come è accaduto a Punta Ala in occasione della Fineco Cup. Palmieri ha avuto parole di speranza e di incoraggiamento per tutti i golfisti, una vera e propria lezione di vita utilissima dopo le 18 buche concluse spesso con rabbia e frustrazione.

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